David, seconda parte… (conosciamolo meglio)

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David si svegliò dolorante, le gambe sembravano percorse da formiche rosse che lo punzecchiavano e, la schiena, pareva diventata un tutt’uno con l’angolo del muro della cantina. Intravide da sotto la malandata porta uno spiraglio di luce che proveniva dal pianterreno e balzò in piedi di scatto, fregandosene dei dolori. Si scagliò su per le scale, doveva vedere che ore erano per verificare di non essere in ritardo per il lavoro.

Le sei e cinquanta.

Tutto a posto, tutto regolare.

Si fece una lunga doccia calda e si infilò l’abito blu, sotto, una camicia rosa pallido dello stesso colore del fazzoletto da taschino e scarpe marrone scuro, abbinate alla cintura. A vederlo da fuori sembrava un gran signore sempre impeccabile, mentre invece, la realtà, era che faceva il procacciatore d’affari in un’agenzia immobiliare che gli aveva promesso l’isola del tesoro… il risultato fu un continuo arrancare per riuscire a campare con i quattro soldi delle provvigioni (se riusciva a prenderle).

Passò la mezz’ora di tragitto in silenzio, perso tra i pensieri della notte prima che, insistenti,  non lo avevano ancora abbandonato.

Parcheggiò in fianco all’ufficio.

«Forza Sig. Bianchi, si beva un bel caffè che poi inizia una nuova giornata, una nuova sfida!», esordì Gianni, il titolare, non appena posò piede in agenzia.

David lottò con un vaffanculo che voleva scivolargli fuori dalla bocca e riuscì a tenerlo imbrigliato tra i denti; trovava assurdo quel darsi del lei tra colleghi, era un ennesimo modo per vestire i panni di grandi persone, quali in realtà non erano.

Prese un caffè dalla macchinetta e andò a berselo alla sua scrivania dove, appoggiato sopra, c’era il foglio con gli appuntamenti del giorno, premurosamente preparato dalla segretaria.

PRIMO APPUNTAMENTO: 10.45, Visura appartamento Sig.ra Baldi, via XX Settembre n°8, Tel.: 33862***** .

Erano le nove, mancavano  quasi due ore a quel primo impegno, quindi, David decise di andare a cercare qualche casa in vendita suonando ai citofoni di quella via, di modo che poi non avrebbe dovuto fare strada inutile. La prassi era sempre quella: «Buongiorno signora, mi han detto che in questo palazzo vendono un appartamento, devo per caso rivolgermi a lei?».

Frasi stupide e insegnate nei vari corsi di formazione, vecchia psicologia inversa per spingere i vicini di casa a fare la spia gli uni con gli altri (anche se nella noia della solitudine, fare la spia, era il passatempo preferito per quei pensionati stipati nei loro piccoli appartamenti).

Via XX Settembre era una via piena di palazzi alti e disposti uno in fianco all’altro, davano l’impressione che se fosse caduto il primo, tutti gli altri lo avrebbero seguito ad effetto domino. Per un misantropo come David, infilarsi in quelle enormi costruzioni di cemento e acciaio era una tortura, dover forzatamente comunicare con la gente per sopravvivere di stenti e, molto probabile, incassare qualche ‘va a quel paese’.

Dopo aver preso coraggio parcheggiò, scese dalla macchina e mise sottobraccio la cartelletta del buon agente immobiliare; al suo interno c’erano cinque o sei contratti in bianco (che sarebbero durati  dannatamente troppo), e un plico di volantini dell’agenzia da lasciare nelle cassette della posta strada facendo.

Le 10e45 arrivarono in fretta.

Cercò il cognome Baldi tra la lunga lista di campanelli dello stabile e suonò.

«Salga al terzo piano, scala B, porta sulla destra», disse una voce di donna senza neppur assicurarsi di chi fosse a suonarle.

Salì a piedi, David non prendeva mai l’ascensore, era una delle sue tante fobie e, scale facendo, spruzzò una buona dose di gel disinfettante sulle mani perchè aveva previsto che avrebbe dovuto stringere la mano a quella signora e, con quello, si immaginava di esser schermato dai microbi. Altra nuova fobia nata nella sua mente proprio in quel momento.

Si stava talmente distaccando dal mondo da provarne ribrezzo.

Quando fu quasi sul pianerottolo del terzo piano, sentì la chiave della porta girare rumorosamente nella serratura. Immaginava si sarebbe trovato davanti come di consueto un’anziana signora, che voleva vendere il suo appartamentino per vivere la restante breve vita in modo agiato.

Dovette ricredersi.

Restò pietrificato.

La borsa gli scivolò da sottobraccio e finì per terra sparpagliando fogli all’aria…

34 comments

  1. jalesh · marzo 12, 2014

    🙂

  2. Silvia · marzo 12, 2014

    Suspense…….. ma che ci lasci così????? Vogliamo il seguito!!!!! 😛

  3. Ronny Tresor · marzo 12, 2014

    Oh… David…..

    • Carlo Galli · marzo 12, 2014

      È un po confuso😃

      • Ronny Tresor · marzo 12, 2014

        Un pochino si. Ma è già attraente…my god!
        Bravissimo gioiuzza.
        Me encanta. ★★★

      • Carlo Galli · marzo 12, 2014

        ☺😊☺

      • Ronny Tresor · marzo 12, 2014

        E sempre per colpa tua…devo fumá.. ahhhhhh ;(

      • Carlo Galli · marzo 12, 2014

        😅

  4. wsa0 · marzo 12, 2014

    Restò pietrificato….La signora presumo che …casualmente potrebbe essere una sua ex fiamma…..mmmm….Davide dove sei?

  5. ginetta66 · marzo 12, 2014

    Interessante… aspetto il seguito.

  6. ginetta66 · marzo 12, 2014

    :))

  7. tramedipensieri · marzo 12, 2014

    …e allora?

  8. Servizi Editoriali Sputnik · marzo 12, 2014

    L’ha ribloggato su Sputnik Servizi Editoriali.

  9. Patrizia M. · marzo 12, 2014

    E caspiterina, mi ero immedesimata nella lettura e pufff si è interrotto lasciandomi una grande curiosità, sgrunt 🙂
    Dai dai, non farmi aspettare molto per mettere un’altra parte, mi raccomando.
    Bravissimo. Ciao, Pat

    • Carlo Galli · marzo 12, 2014

      🙂
      Lo sto scrivendo a puntate anche io tra una cosa e l’altra 🙂
      Comunque arriverà presto… ho già pensato a che succede…
      Sapessi…
      😃😃😃

      • Patrizia M. · marzo 12, 2014

        Ecco, ora sono ancora più curiosa ahahah
        A presto allora. ciaooo

      • Carlo Galli · marzo 12, 2014

        Ciaoooo
        🙂

  10. spiritolibero1 · marzo 13, 2014

    Ho lavorato tempo fa per un’agenzia immobiliare…ho resistito 3 mesi…e’ proprio come la descrivi tu…bravo ^_^

    • Carlo Galli · marzo 13, 2014

      😅 una breve esperienza 😊

      • spiritolibero1 · marzo 13, 2014

        Si…fulminante! E’ che ho capito che stare 8 ore al giorno con un sorriso finto stampato in faccia non faceva per me

      • Carlo Galli · marzo 13, 2014

        Mamma mia, terribile!
        😅

  11. spindav · marzo 13, 2014

    ahah..fantastico.. un po’ per l’omonimia, un po’ perchè quel lavoro tanti anni fa l’ho fatto anche io, in un noto franchising…e anche nel nome delle amicizie di “david” c’è molto di familiare!

  12. itai3579 · marzo 13, 2014

    prova a presentare a David uno dei miei personaggi, potrebbe nascere qualcosa di bello… li trovi sul mio blog.

    • Carlo Galli · marzo 13, 2014

      Vado subito a vederli 😊

      • itai3579 · marzo 14, 2014

        poi fammi sapere…

      • Carlo Galli · marzo 14, 2014

        certo:)

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