Piante spoglie

Dietro alla collina, il sole viene su. Cosa ne sanno gli ulivi? Cosa ne sanno loro del sole che sale… Sono immobile, come quelle piante, pieno di nodi dentro all’anima, piegato su me stesso a pensare che ne so quanto loro. Ho la corteccia malata, si intravedono le ferite che cerco di mascherare. Ho la corteccia malata di una pianta cresciuta troppo in fretta, senza paletti a tenerla dritta, senza cure a disinfettarla. Ho la mente invasa dai parassiti, tarli che scavano e ammucchiano segatura di pensieri malinconici che, di tanto in tanto, un vento fatto di illusione sparge via. Non c’è sempre il vento. Non c’è sempre il sole.Piove solo quando piango. Piove solo quando sono stanco, giusto per tenermi in vita. Cosa ne sa il mondo di me? Cosa ne so io del mondo? Me ne resto immobile qui, con la mia amina dalla spoglia chioma, ad osservare questo casino infernale… ad aspettare quei frutti ai quali non ho ancora saputo dar vita. La mia vita.

Carlo Galli

14 comments

  1. Trilce · febbraio 25, 2016

    Proprio così.

  2. rubino · febbraio 25, 2016

    Ti porto Percy, piangere con lui è unico😘

  3. chezliza · febbraio 25, 2016

    Ectoplasmatico e triste Carlo….
    la volemo fini’?????
    😚😚😚

  4. Nadine · febbraio 25, 2016

    “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà, è quello che è già qui, che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme”, scriveva Italo Calvino nelle Città invisibili. E concludeva che le strade sono due. La prima facile a molti: “accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. La seconda “rischiosa, e che esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
    Caro Carlo, noi – e mi ci metto dentro anch’io – che vogliamo il cambiamento, noi che aspiriamo a qualcosa di meglio e di diverso, siamo un po’ condannati a questa sorta di “disadattazione” senza alternative… Pur tuttavia, credo nelle persone come te, come noi 😉

  5. fulvialuna1 · febbraio 25, 2016

    Se hai le fronde non sei spogio…per i frutti bisogna darsi una mossa, il tempo scorre sovrano.
    Un abbraccio è sempre bello leggerti..

  6. Laura · febbraio 25, 2016

    Sei bravissimo, non solo a scrivere, 🙂 un abbraccio grande, buona serata!

  7. silviacavalieri · febbraio 25, 2016

    La stagione arida mette alla prova gli alberi da frutto, che, tuttavia, sentendo incombere la minaccia di estinzione, fioriscono abbondantemente. Poi fruttificano! Dalla metafora alla vita, ti auguro che, alle difficoltà che ti hanno segnato profondamente, segua un periodo di feconda serenità!

  8. Andrea · febbraio 25, 2016

    Ma l’ulivo è una pianta bellissima, solida, resistente e dà un frutto meraviglioso. Eddai Carlo, tiriamoci un po su.

  9. telipinu · febbraio 26, 2016

    quello che scrivi mi piace SEMPRE, bravo!

  10. Patrizia M. · marzo 6, 2016

    Non sei spoglio, hai le fronde e le lacrime sono una parte della vita. Quindi cerca di eliminare i parassiti, curare le ferite e rifiorire forte e rigoglioso.
    Bacione, Pat

  11. domenicomortellaro · marzo 7, 2016

    Melloncollie???

  12. Pingback: SABATOBLOGGER 14 – I blog che seguo | intempestivoviandante's Blog
  13. poetyca · Maggio 22, 2016

    Guardarsi dentro

    Dove maturano
    pensieri nuovi?
    La vita accade
    come gocce di linfa
    accarezza il cuore
    mentre ferzate di vento
    scuotono ogni veleno
    Tutto ė prendere e dare
    attraversando
    l’età della pioggia
    ed il calore del sole
    Dammi coraggio
    di capire e di donare
    il mio piccolo nulla
    perché come seme
    sia uno specchio
    per guardarsi dentro

    22.05.2016 Poetyca

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