Cosa saremmo senza l’amore?

Cosa saremmo noi, singoli individui  su questa terra, con tutte le nostre abitudini, impegni e pensieri.
Cosa saremmo noi, se non animali solitari che si rendono socievoli per non annegare nel vuoto.
Cosa saremmo noi, presi da soli, nelle nostre case, davanti ad un fuoco spento che aspetta d’esser acceso, quando si avrà qualcuno con cui condividerlo.
Niente.
Nulla.
Zero.
Senza affetto siamo come quell’albero d’inverno, ancora vivo ma spoglio del suo splendore.
Senza passione siamo solo logica, senza alcuna destinazione.
Senza amore siamo come questa finestra chiusa, sopraffatta letalmente dalla bellezza che ha all’esterno…
…perché alla fine, nulla ferisce più della bellezza di questa vita, senza qualcuno con cui aprirsi e condividerla.

 

Carlo Galli

Sesso, giù le maschere e oltre limiti

E’ come un tango
il rumore del mio cuore
che si intreccia al suo respiro,
suoniamo bene i nostri corpi
per raggiungere altri mondi,
per scappare dal presente
e lanciarci giù nel vuoto…
…sottovuoto,
protetti dalle emozioni
che offuscano le sensazioni.
Senza questa musica
son perso
su di un palco buio
e troppo immenso…
…ho bisogno di quel sesso
per svestirmi da me stesso,
ho bisogno del suo sesso
per ritrovarmi ancora,
adesso.

Carlo Galli

Parole come pugnali… (Dedicata)

Di certo, Alberto, non si aspettava che il suo comportamento potesse far scaturire una simile reazione. Stava con sua moglie Daniela da sette anni e, tolto i primi momenti di galanteria, quelli in cui tutto va per il verso giusto e si dipinge il quadro della famiglia perfetta, il resto, furono solamente di pura guerra. Guerra silenziosa, dolorosa. Guerra fatta di sguardi assenti e attenzioni mancate, di gratificazioni negate e tacite sopportazioni. Daniela, a detta di Alberto, non sapeva combinare nemmeno i calzini prima di metterli al loro posto, una donna inetta, incapace, fredda e, per giunta, si era lasciata andare abbondando di qualche chilo sui fianchi. “Per fortuna ci sono io a ricordarti quanto misera saresti senza di me… se non fosse per merito mio saresti ancora sulla strada… dovresti ringraziare che hai l’acqua calda!” ripeteva Alberto ogni giorno, alla minima occasione, con il più futile pretesto. Daniela non sapeva reagire, lei vedeva con gli occhi dell’amore, riusciva a scorgere ancora, malgrado tutto, quell’uomo gentile e premuroso che le aveva fatto mille promesse ed era rimasta aggrappata alla speranza di ritrovarlo. Ma a furia di rimanere aggrappati, prima o dopo, le braccia, inevitabilmente, cedono. E così successe. Quando per l’ennesima volta, come una goccia che cade perforando la roccia, lo sminuire di Alberto penetrò nell’ormai sfinita autostima di Daniela, lei, mollò la presa e cadde perdendo i sensi. Quando rinvenne, finalmente, si ritrovò tra le braccia di chi, in lei, vedeva la cosa più bella del mondo. Una donna.