Carne, cosce sudate…

Carne,
cosce sudate,
in bocca il sapore del mare…
gocce aspre per momenti dolci.
Vene gonfie,
pupille larghe,
adrenalina sotto pelle…
sei la mia cocaina.
Vetri appannati,
polmoni affannati,
capelli strappati…
Finché vien la mattina…
Finché esiste mattina.

Carlo Galli

La signora White parte 2 (Erotico)

Ripensando a ieri sera, devo proprio dire che la signora White ha un bellissimo culo. Anzi no, per meglio dire non è un sedere perfettamente simmetrico e asciutto, è piuttosto quello di una donna vera, non da copertina. Quando si avvicinò nuda al lettino per massaggi, lo ammirai in tutti i suoi movimenti. Era bellissimo proprio per quello.
“Spero che stasera completerai ciò che hai lasciato incompiuto l’ultima volta” disse mentre si sdraiava, dopo avermi osservato togliere i calzoni e la camicia.
“Vedremo, signora White. Di certo se inizia già con questa arroganza…”
Non rispose, si limitò ad un piccolo sorriso malizioso. Quel sorriso, per la prima volta da quando avevo accettato di essere “l’accompagnatore e massaggiatore” di lei, fece smuovere qualcosa tra le mie gambe. Sentii il tessuto delle mutande farsi sempre più stretto contro al glande.
Arrotolai una salvietta e le chiesi di alzare il sedere. Lei eseguì e io la infilai sotto alle creste iliache, in modo tale da avere il suo posteriore rialzato.
“Signora White, ora la benderò… desidero che lei non veda nulla di modo che si possa concentrare sulle sensazioni che prova il suo corpo”.
Non obbiettò.
La bendai con i miei boxer e le sussurrai all’orecchio “così senti il mio odore”.
Iniziai con un massaggio alla schiena classico, movimenti circolari e ampi, non troppo delicati ma neanche eccessivamente vigorosi. Poi scesi sul retro delle gambe, sfiorando leggermente l’ano con le dita medie di entrambe le mani. Rispose a quel gesto con un fremito e il suo sesso si irrorò di sangue.
L’erezione che era iniziata prima si completò in quel momento. Dovevo resistere. Dovevo lasciare che lei anelasse al mio cazzo per ancora qualche seduta. D’altronde io dovevo pur camparci con quel lavoro.
Appena arrivai a massaggiarle i piedi, non resistetti all’idea di leccarli.
“Signora White… ora farò qualcosa di interessante per lei… ma l’avviso, un solo gemito, una sola parola, un solo urlo e me ne vado.”
Mosse la testa in segno di assenso.
Iniziai a leccare la pianta del piede, dalle dita al tallone. Poi passai ai polpacci e salii sempre più su. L’interno delle sue cosce sapeva di figa. Era molto bagnata.
Allungandomi fino ad arrivare al suo sedere, il mio pene raggiunse l’altezza dei suoi piedi. Lei li strinse attorno a me e con movimenti lenti iniziò a masturbarmi.
Aprii lentamente le sue natiche, passai la lingua sull’ano. Lei spinse il sedere verso il mio viso, voleva sentire la lingua entrare. Le concedetti ciò che desiderava.
La mia eccitazione era cresciuta, dovevo controllarmi.
Mi scostai di lato al suo corpo e iniziai a massaggiarle il culo. Era molto umido della saliva e facevo entrare una falange del dito per poi ritirarla delicatamente.
“Uhhh…” sussurrò lei.
“Signora White, vuole che smetta?”
“Scusami” rispose.
Con la mano libera scesi tra le cosce, fino ad arrivare al clitoride. Era molto bagnato. Le labbra della vagina mi accarezzavano le dita.
Cominciai a massaggiarla proprio lì, accompagnando il movimento circolare a leggere spine del dito nel culo.
Aumentavo piano piano l’intensità di entrambe le mani.
I piedi della signora White iniziarono ad irrigidirsi, stava raggiungendo il piacere.
Inserii un altro dito nell’ano.
La sentii deglutire un mugolio e rispedirlo nello stomaco.
“Ora può parlare” le dissi.
Venne contorcendo tutto il corpo, ansimando e stringendo i pugni al lettino.
Aspettai qualche secondo continuando ad accarezzarle il corpo, poi le tolsi la benda improvvisata, mi rivestii velocemente e, ancor prima che lei si riprendesse e aprisse gli occhi, ero già fuori da quella stanza.
Ero sicuro avrebbe desiderato ancora di più la mia compagnia.
Ero sicuro che avrebbe voluto comprare per se stessa altri momenti di svago con me.

Carlo Galli

Fotografare l’orgasmo

Vorrei fotografarti mentre raggiungi l’orgasmo,
quando i muscoli dei polpacci si irrigidiscono
facendo contorcere i piedi,
quando l’addome si contrae e lanci la testa all’indietro…
Vorrei saper fermare il tempo in quell’istante,
nella dimensione sospesa tra la razionalità e l’istinto,
morderti la gola come un vampiro per bere il tuo sangue
e sentirne il sapore…
Vorrei poterti mostrare cosa vedono i miei occhi in quel momento
perché, anche tu, ne rimarresti estasiata o, forse, spaventata:
la visione vera di ciò che sei
e non quella che gli altri e la vita, costantemente,
ti chiedono di essere.

Carlo Galli

Scalza…

Scalza,
sul viso il trucco sfatto
di una donna che ha vissuto
giornate piene di vuoto.
Scalza,
osservo i piedi che di incanto
illuminano di desiderio
ogni parte su cui si posano.
E prendo il tuo trucco
e lo faccio mio,
strappando con i baci
quei segni dalla pelle…
e prendo il tuo corpo
e lo faccio mio,
riempiendo quel tuo vuoto
con tutto ciò che ho:
il riflesso di te.

Carlo Galli

Carlo Galli

Un’erezione per San Valentino

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(Foto personale)

Nessun regalo materiale, nessuna frase  presa dai cioccolatini e nessun fiore… per quelle cose non c’è una ricorrenza, per amare e venerare una donna il tempo non è mai abbastanza, non va circoscritto ad una data. Per San Valentino, quindi, un regalo che dopo un po’ di tempo che si sta assieme pare scontato, ma non lo è… un regalo che racchiude tutto: il desiderio, la passione, l’attrazione… il riflesso della potenza della femminilità sull’uomo. Per San Valentino, quest’anno, “solo” un’erezione. Carlo Galli

L’amore è una favola?

Ho sentito un tuo sospiro,
era inciampato dietro ad un sorriso,
tutto ha perso il suo sapore
ed ho capito che,
che non si vive solo d’amore.
Mi sono ritrovato uomo all’improvviso
con il libro della vita tra le mani,
mentre quello delle fiabe, invece,
è evaporato in un solo istante.

Carlo Galli

Amore, tra finzione e realtà

Quando mi trovo sospeso
dentro alle favole,
guardo in alto e il cielo
smette di piangere…
brilla,
tutto brilla
e la notte non c’è,
ma le nuvole…
…son qui nascoste dentro di me.


Quando mi trovo sospeso
dentro alla vita,
il cielo perde le lacrime,
lacrime amare…
buio,
fuori è buio
e la luce non c’è,
ma la strada…
… è ancora illuminata da te.

Carlo Galli