E’ passata un’ora e il cielo sopra è ancora grigio,
ho pregato e poi imprecato contro un angolo (esistente?) di paradiso,
camminare sull’asfalto a piedi nudi in cerca di un sorriso,
ma la gente non ti vede, basta poco, se quel poco sarebbe condiviso.
E’ trascorso un giorno e le gambe fanno male,
una donna guarda, ha un occhio chiuso, dice che è caduta per le scale,
c’è un bambino che strilla fuori dalla bottega perché vuole qualche caramella,
costa troppo, tutto costa troppo, anche un semplice sorriso.
E volato un mese e l’anima ha ancora fame,
è così difficile la comprensione da trovare?
il riflesso di una pozzanghera rivela che c’è qualcosa di diverso,
un viso stanco che fa i conti con tutto il tempo che ha perso.
Si è sciupato un anno e sulle mani c’è una vena nuova,
il dolore è uguale, il corpo cambia, e la meta sembra sempre oscura,
svegliarmi ora, svegliarmi adesso, sarebbe l’unica mia premura,
abbandonare il mondo per pensare a se stessi, questa sembra la migliore avventura.
Carlo Galli