Carne, cosce sudate…

Carne,
cosce sudate,
in bocca il sapore del mare…
gocce aspre per momenti dolci.
Vene gonfie,
pupille larghe,
adrenalina sotto pelle…
sei la mia cocaina.
Vetri appannati,
polmoni affannati,
capelli strappati…
Finché vien la mattina…
Finché esiste mattina.

Carlo Galli

Grazie a tutti

Grazie a tutti!
Cioè… siete in 1.500!
Il paesino in cui sono nato contava 1.500 abitanti, quindi, immaginare tutte quelle persone che trovano interessanti le cose che dico è a dir poco sorprendente! È come se avessi Un piccolo paese ricco di affetti che vive dentro di me, all’altezza del petto.
In questo periodo ho poco tempo da dedicare al blog… oltre al lavoro e alla vita sociale sto cercando di “aggiustare” un po’ me stesso, di sistemare qualche bullone arrugginito dell’anima…
Spero di tornare presto a scrivere quotidianamente… nel frattempo grazie ancora a tutti voi, che “mangiate” una fetta della costante solitudine interiore… una fetta di una torta dal sapore amaro.

Carlo Galli

Sara

Era sempre seduta in fondo alla classe, le esili spalle chiuse in avanti sembravano faticare a reggere il delicato peso delle ciocche corvine che, a intervalli regolari, scostava con le lunghe e affusolate dita, martoriate dal vizio di mordersi le unghie. In realtà erano i suoi pensieri a gravarle addosso, era il peso di sopportare la sofferenza degli altri a darle tormento. Non che lo volesse, affatto. Eppure non poteva farci niente, ogni qual volta che si ritrovava a guardarsi intorno, con aria smarrita, vedeva il lato oscuro delle cose: un abbraccio che odorava di falso, un sorriso che nascondeva disagio, un’anima martoriata dalla vita che stava per spegnersi…
Se ne stava sempre zitta, con la sua moleskine tra le mani, sembrava spettatrice passiva della vita, relegata dietro a quell’epidermide color del latte che, non appena la interpellavo, si colorava di un rosso tenue sulle guance.
Eppure era la mia studente più brillante.
Il giorno che dovette trasferirsi con i genitori in Germania, mentre mi salutava con un insolito abbraccio, lasciò cadere nella mia borsa la sua agenda, me ne accorsi una volta a casa quando, rovistando per cercare le chiavi, la trovai.
Le pagine erano un susseguirsi di riflessioni, di sensazioni e tormenti. Erano un sunto realistico della vita di qualsiasi essere umano lei avesse incontrato nel suo cammino. Mi ritrovavo tra le mani una finestra dalla quale guardare il mondo, affacciata sul sensibile spettacolo dei sentimenti.
Fu però quando una sera, illuminata dal calore del camino, arrivai alle ultime pagine di quel diario, che tutto si fermò per un istante. Il mio nome spiccava in alto al foglio, scritto in rosso, seguito dalla frase: questo è il regalo che le voglio fare, professoressa, in cambio di tutto ciò che mi ha insegnato.
Lessi più volte ciò che vi era scritto e, per la prima volta, sentivo d’esser nuda, vulnerabile e spaurita.
Le mie lezioni da quel momento in poi cambiarono, avevo capito che per crescere non bastava la teoria, i numeri e la ragione, il mondo era già fin troppo pieno di automi colti ma veramente troppo poco intelligenti… da quel giorno promisi a me stessa che avrei insegnato prima di tutto a diventare esseri umani.

 

Carlo Galli

Ed è un po’ tornar bambini

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Problemi.
Problemi di lavoro,
problemi d’amore,
problemi famigliari,
problemi generali.
Problemi che muoiono
e poi risorgono,
si ingrandiscono
ed esplodono.
Un passo indietro,
al rovescio,
verso il tempo in cui l’anima
era tinta di bianco,
immacolata e non consumata
dal tempo e dal mondo… che ci usura.

Carlo Galli

(foto personale)

Il tempo di una sigaretta

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 Una boccata… un’altra boccata… la brace che si avvicina lentamente alle dita con il suo calore. Devi andare, sei sempre di fretta, gli incontri fugaci che ci regalavano un attimo di pausa dal mondo, si sono fatti sempre meno frequenti, meno intensi. Eravamo ladri, ladri del nostro tempo, avari della passione che travolgeva tutto ma, adesso, l’unica cosa che riusciamo a rubarci è la serenità. Voglio che tutto torni come prima, voglio sfatare il mito che tutto, ma proprio tutto, con il tempo cambia e affievolisce… un’illusione, lo so, proprio io ti ho insegnato questi principi e ad essere disillusa. Eppure l’utopia, ho scoperto essere pari alla realtà in questo “nulla” che ci troviamo a vivere… una fantasia dona le stesse gioie della concretezza, non vi è differenza, no?… sai, forse hanno ragione i pazzi, loro vivono le emozioni immaginarie nelle quali sono immersi… e che differenza c’è tra noi e loro? Chi sono i veri pazzi?

Non alzarti, non andare via, resta qui con me ancora per un po’, senza di te ho paura a vivere, a lasciarmi andare, a stare al mio posto e al mondo. Dammi il tempo di una sigaretta, quello non me lo hai mai negato… non rispondi? sei sparita? Non sento più la tua voce… ma dove sei, amata e dolce mia coscienza?

 

Carlo Galli

Alla deriva

Trema spaurita
l’anima alla sera,
investita dal buio
che arriva come un’onda
e inghiotte trascinando
alla deriva le speranze…
…e ogni mattina
ritrovo sparsi sulla spiaggia
i frammenti di un uomo
che più non riconosco.

Carlo Galli

Caso

Colui che ha paura crede in Dio,

chi non crede si affida al “destino”,

ma solo chi accetta si abbandona al caso…

…personalmente, da volubile essere umano,

scelgo ogni giorno l’ipotesi che mi veste meglio

assecondando i miei stati d’animo.

 

Carlo Galli

Anima fragile

Hai frantumato un’anima fragile
credendo fosse soltanto un gioco,
ora ti ritrovi scalza e smarrita
su una strada buia e senza amore…
…e ad ogni passo ti ferisci
calpestando i cocci del mio cuore…

Carlo Galli