Debiti…

I debiti che ho con me
non me li paghi di certo te,
tu che dici di non sbagliarti mai
raccontami di nuovo come fai.
Bolle di fumo nella nella mia testa,
spara un giudizio sono sotto sentenza,
la mia vita continua anche con la tempesta,
inutile stare dietro alla finestra.
Le favole ci insegnano che c’è la morale,
ma le favole adesso si guardano in digitale,
si allevano figli nell’irreale dello schermo
e si nutrono sogni irrisolti all’Eterno.

Carlo Galli

Mi chiamano Carlo….

Io non so chi sono,
ma comunque sono…
o almeno lo credo.
Ma sono quello che immagino essere,
o sono semplicemente un essere
che immagina ciò che non è?

Mi chiamano Carlo
e io gli rispondo,
ma se mi chiamo da solo
non risponde nessuno.
Un giorno c’è un uomo solo,
un altro almeno cento,
chi è il clone imperfetto?
Mi chiamano Galli,
oggi non rispondo,
son chiuso per inventario…
solo io e gli altri cento.

Carlo Galli

LEI

Mi son sempre chiesto cosa significhi ANIMA.
Anche io ne ho una? Come posso fare per vederla o percepirla?
Pinocchio aveva il grillo parlante, una estensione visibile e palpabile della sua coscienza, una presenza tangibile e non eterea.
Ma allora, anima o coscienza?
Nelle notti insonni, regnate dal completo SILENZIO, cerco spesso di ascoltare chissà che cosa, una voce, una sensazione, qualcosa… vedere in tutta quella oscurità una LUCE che mi mostri chi sono, da dove vengo ma, soprattutto dove sto andando.
Non ho mai scorto nulla.
Nulla fino a che ho incontrato lei.
Dentro i nostri corpi, avvinghiati da un’INTESA ancestrale, c’è sempre stato qualcosa “in più”, che superava la semplice carne, il semplice respiro.
Tutto è diventato superfluo dopo aver incontrato il suo SGUARDO.
Chi sono? Dove vado? Cosa faccio? Anima o coscienza?
Domande sempre più lontane e delle quali non mi importa più così tanto avere una risposta, perché io, ora ho già tutto:
Lei.
La mia anima?
Lei.
La mia coscienza?
Lei.
La mia direzione?
Lei.
La più bella e semplice distrazione da me stesso e dalle mie domande senza risposta.
Lei.

Carlo Galli

(Scritto per Lanostracommedia, blog che vi invito a visitare!)

Che cosa c’è?

Che cosa c’è?
Cosa pensavi di trovare, in più?
Forse non vedi,
qui dentro sono solo io e me!
Continua a crederci,
credi che il mondo giri attorno a te,
ma l’alba nasce anche se piove,
anche se hai il diluvio dentro.
Che cosa c’è?
Sei caduta dal nido?
Qui fuori c’è il sole
ma hai perso quello interiore.
Ora cammina,
prova a camminare tu,
il sentiero lo trovi,
non serve una scia…
basta seguire la voglia di perdersi.

Carlo Galli

Non riesco a piangere

Non riesco a piangere
tanto è il vuoto dentro,
scende buio senza fondo
e lascia spazio alla vertigine.
Un bambino si nasconde
dietro espressioni consumate,
son finite le illusioni,
le caramelle già scartate.
Dove sei piccolo mio,
t’ho perduto troppo presto,
ti prego indicami la via
verso l’isola perfetta.
Troppe onde, troppo vento,
questo niente mi inabissa,
ci sarà un pezzo di terra
per tornare a camminare?

Carlo Galli

Carlo Galli

Scalza…

Scalza,
sul viso il trucco sfatto
di una donna che ha vissuto
giornate piene di vuoto.
Scalza,
osservo i piedi che di incanto
illuminano di desiderio
ogni parte su cui si posano.
E prendo il tuo trucco
e lo faccio mio,
strappando con i baci
quei segni dalla pelle…
e prendo il tuo corpo
e lo faccio mio,
riempiendo quel tuo vuoto
con tutto ciò che ho:
il riflesso di te.

Carlo Galli

Carlo Galli